La notizia della centrale nucleare iraniana, completata dopo ben 34 anni, ha il sapore della sfida e dimostra il fallimento della politica del bastone e della carota dell’ amministrazione di George W. Bush. Gli ingegneri iraniani e russi hanno iniziato i test al reattore nucleare di Bushehr e ne avranno per altri 4-7 mesi. Ma ormai il dado è tratto e la Repubblica islamica può vantare un impianto da 1.000 megawatt per risollevare il morale di una popolazione segnata dal crollo del prezzo del barile e da una grave crisi economica.
Il calice amaro di Tehran
10 febbraio sarà una data importante sia per Israele sia per l’Iran: i cittadini dello Stato ebraico andranno alle urne per eleggere il nuovo premier e quello stesso giorno, che nel calendario persiano corrisponde al 22 di Bahman, i sostenitori della Repubblica islamica celebreranno il trentesimo anniversario della rivoluzione che consentì di cacciare lo scià Reza Pahlavi, da molti considerato una pedina degli americani in Medio Oriente.